Ricordare un pittore di vaglia fine, personalissimo: tocca a me, ancora una volta, giacché sono stato io a convincere Alceo ad approfondire i suoi primi esperimenti in pittura che aveva tralasciato per dedicarsi intensamente al collage, attività iniziale tuttora ignota ai più, come la sua attività filosofica dal pessimismo affidato alle poche copie dattiloscritte "Appunti per una teoria", e quella d'improvvisatore musicista, autore d'armonie tragiche che ho ascoltato spesso restandone toccato. Notevoli le sue poesie, alcune opportunamente pubblicate postume.
Insomma, la figura di un intellettuale a tutto tondo; ma in Alceo tutte queste facoltà si manifestavano spontaneamente e imprevedibilmente, come ridestandosi da un letargo, doti innate non propiziate dagli studi... Chi sostiene -credo con intento protettivo- come Poltronieri non sia da includere nella compagine dei naifs ha ragione: è un pittore inclassificabile rispetto a gruppi e tendenze; ha torto perché l'intellettualismo polisemantico espresso da Poltronieri è comune a tutti i maggiori naifs. Questi sottili commentatori ammettano definitivamente che l'essere naifs non comporta alcuna limitazione al credito d'intelligenza, alla capacità di proporre una problematica estetica concettualmente complessa. Questo comprese Picasso apprezzando grandemente Henry Rousseau, e pure Alceo lo comprese valutando opportuno muoversi consapevolmente all'interno di una moda congiunturale a lui congeniale che lo lasciava totalmente libero dai rituali estetici dell'arte formale permettendogli di soddisfare la sua inesauribile capacità sperimentale e di sfidare ogni convenzione...".
(Renzo Margonari, in catalogo 2008)